Recensioni

martedì 27 febbraio 2018

Segnalazione del libro "Senza far rumore" di Riccardo Castiglioni





Buongiorno carissimi lettori,

quest’oggi vi segnalo un giallo/noir italiano: “SENZA FAR RUMORE” di Riccardo Castiglione, edito da La Ponga Edizioni.



Titolo: Senza far rumore
Autore: Riccardo Castiglioni
Casa editrice: La Ponga
Collana: Nessun alibi
Genere: giallo/noir
Numero pagine: 272
Prezzo ebook:  € 3,99
Prezzo cartaceo: € 18,00
Data uscita: 30 Giugno 2017

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SINOSSI:

Una vita senza far rumore quella di Antonio, anziano insegnante di Liceo ormai in pensione.
Vissuta in sordina, senza correre rischi.
Fin quando conosce online una giovane studentessa universitaria, Claudia, appassionata di libri come lui.
Un banale equivoco interrompe la loro amicizia.
Ma quando dal passato di Antonio riemerge un’ombra maligna pronta a ghermire proprio Claudia, Antonio sarà costretto a prendere una decisione ed agire per la prima volta nella sua vita.


N.B. Il romanzo, al di là della vicenda “gialla”, ha una dimensione introspettiva: infatti racconta la vita di Antonio, mite e complicato insegnante ormai in pensione, e ne indaga l’indole e le (poche) amicizie.


 

ESTRATTI:

«Nel 1956 non avrei mai pensato che mio padre fosse disposto ad iscrivermi al Liceo» ricordò il Professore. «Passavo le notti a studiare per dimostrare che lo meritavo e tornavo sempre a casa col massimo dei voti. Papà mi rispondeva ogni volta che non sarebbero serviti, che era già un miracolo non avermi iscritto alla scuola di avviamento professionale. Per quanto avessi voluto studiare sarei diventato muratore; come lui.»
«Dopo gli esami di terza media non riuscivo ad essere felice: sentivo che la mia giovinezza era arrivata a fine corsa. Una sera invece papà è tornato a casa con una copia dei Promessi Sposi. Mi ha chiamato in soggiorno e dopo un lungo silenzio me l’ha piazzata in mano. Mi ha detto Se devi andare al Liceo questo dovrai studiarlo bene. Non mi ha mai spiegato perché avesse cambiato idea» concluse.
«Qualsiasi cosa sia accaduto è stata la tua fortuna: non sei nato per tirar su case» rispose Lele. «Anch’io avrei voluto continuare gli studi, ma papà era rimasto senza lavoro e in casa avevamo bisogno di soldi. Mi sono ritrovato alla Tintoria a lavorare sedici ore al giorno.»
«Già; e quando avevi finito passavi da me a prendere in prestito qualche volume. Devi averci speso parecchie notti, sui miei libri.»

(…)

Mammà fece capolino, ma non li disturbò. Meglio andare a dormire senza interrompere i loro racconti: avrebbero tirato notte fonda come ogni Natale. Scrisse un biglietto per il Professore e lo attaccò alla porta d’ingresso.

Caro Antonio,
Ancora grazie della compagnia. Ti ho preparato un pacchettino in cucina con un po’ di cose che sono avanzate. Mangiale domani che oggi ti sei tenuto troppo leggero.
Mammà









Il Professore era stupito: era la prima volta da tempo che la signora passava a trovarlo. «Buonasera» rispose, appoggiando sul tavolino la copia consunta del romanzo di Ignazio Silone che tante volte aveva letto in classe.
«Ho cotto i dolcetti di marzapane» disse lei «e siccome che Manuele sta ancora a dieta ho penZato di portartene qualcuno.»
«La ringrazio, Mammà; sempre troppo gentile» si schermì lui. Era scattato in piedi in segno di rispetto, come la madre gli aveva insegnato.
«Vuole accomodarsi?»
Nel cortile regnava una quiete surreale. Tutti erano fuori casa: quel pomeriggio anche l’anziana vedova del piccolo appartamento a fianco era andata a trovare i nipotini. Se non altro pensò il Professore nessuno farà domande strane su chi è venuto a farmi visita.
«Volentieri, Antonio; grazie. Pigliami una sedia che qui fuori si sta bene. Che leggevi?»
«Il segreto di Luca, Mammà. La storia di un uomo che si lascia condannare all’ergastolo pur di non confessare il suo amore, ricambiato ma impossibile, per una donna sposata.»
Gli occhi grigioverdi della donna, che anche se sbiaditi con l’età le illuminavano ancora il viso di una luce giovanile nonostante le profonde rughe che lo solcavano, lo scrutarono. Mammà non era una donna acculturata, ma la sua prontezza di spirito era indubbia. Affondò il colpo.
«Una storia di donne, insomma.»
Abbozzò un sorriso e restò in silenzio.
«Possiamo definirla così» nicchiò il Professore. Temeva già di dover prestare il fianco a una delle tante battute scostumate. «Le porto qualcosa da bere? Del vino?»
Mammà non dava segno di ascoltarlo: rigirava il romanzo tra le mani, sfogliandolo. Recitò ad alta voce una frase che lui aveva sottolineato. «La passione infelice, nell'assenza dell'oggetto amato, si nutre del pensiero di esso.» Si soffermò di nuovo, poi a bruciapelo disse: «Credo che pure tu ti nutri da tempo di penZieri d’amore, Antonio. Sei sempre svagato, e quando vieni a casa nostra non mangi quasi più.»
Il Professore non replicò. Come poteva essersi fatta quell’idea?
«Andiamo, Antonio; puoi raccontarmelo. È come se fossi il mio figlioccio. Hai incontrato una donna, vero? È da mo’ che l’ho capito. A differenza di Manuele, ma quello è di tufo. All’inizio mi parevi felice; ora invece ti vedo triste. È successo qualcosa?»



Buona lettura.



Luce




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